Cnr-Istituto di Scienze Marine

L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina.

L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

                               L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di

Ricerca Fondamentale e Applicata

in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste

VENEZIA

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Dati presto disponibili

La Geologia Marina in Italia

Il 14 e 15 Febbraio si svolgerà presso la sede centrale del CNR e il contiguo Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Sapienza di Roma il 5° Convegno dei Geologi Marini Italiani. Convegno biennale che rappresenta l’opportunità per l’intera comunità dei geologi marini di incontrarsi e discutere delle proprie attività di ricerca. Questo convegno, totalmente gratuito, ha l’obiettivo di ingenerare discussioni scientifiche su tematiche marine, grazie alla formula ormai consolidata fatta con presentazioni lampo (3 minuti) seguite da ampie sessioni poster dove i partecipanti possono incontrarsi. Il convegno vuole, inoltre, promuovere la ricerca tra i giovani (<35 anni) proponendo un concorso a “Premi per giovani ricercatori di geologia marina non strutturati”. Sono previsti tre premi:

1) per la migliore produzione scientifica,

2) per il migliore video clip,

3) per la migliore immagine / foto che abbiamo come oggetto le tematiche della geologia marina.

Scarica il pieghevole dell’evento

Il comitato organizzatore

Francesco L. Chiocci (Università La Sapienza, CNR-IGAG),
Francesca Budillon (CNR-ISMAR),
Silvia Ceramicola (OGS),
Fabiano Gamberi (CNR-ISMAR),
Maria Filomena Loreto (CNR-ISMAR),
Maria Rosaria Senatore (Università del Sannio),
Federico Spagnoli (CNR-IRBIM),
Attilio Sulli (Università di Palermo).

Segreteria organizzativa:
Ionela Pintilie, tel. 06 49914908, e-mail: pintilie.1719238@studenti.uniroma1.it, per info generali sul convegno e logistica;
Agostino Meo, tel. 349 6592272, e-mail: agomeo@unisannio.it, per la preparazione dei poster digitali;
Francesca Argiolas, tel. 06 49914597, e-mail: francesca.argiolas@igag.cnr.it, per l’accesso al sito FTP e caricamento poster.

 

Nell’oceano la pompa biologica del carbonio si intensifica con il cambiamento climatico – bisogna guardare l’ossigeno!

L’oceano svolge un ruolo cruciale nell’immagazzinare anidride carbonica (CO2). L’oceano contiene circa 60 volte più carbonio dell’atmosfera, anche grazie ad un processo chiave nel ciclo del carbonio marino chiamato pompa biologica del carbonio (BCP). In questo processo la CO2 trasformata in sostanza organica attraverso la fotosintesi, viene esportata dalle acque superficiali verso le profondità marine, dove i processi di decomposizione batterica riconvertono il materiale organico in CO2. In questo modo la BCP contribuisce a trasportare la CO2 dalla superficie al fondo e ad accumulare grandi quantità di CO2 nell’oceano profondo, lontano dal contatto con l’atmosfera. Grazie a questo meccanismo la BCP contribuisce a ridurre i livelli di CO2 nell’atmosfera in modo significativo. Fin qui tutto bene.

In questo articolo si affronta l’erronea convinzione che ci sia un collegamento diretto tra il flusso globale di materiale organico esportato (Export Production), e l’accumulo di CO2 di origine biologica (Carbon Storage) nell’oceano profondo. Un aspetto cruciale che viene spesso trascurato è il ruolo fondamentale della circolazione oceanica, perché quest’ultima determina effettivamente quanta CO2 può essere accumulata a lungo termine nell’oceano e isolata dall’atmosfera. Trascurare la circolazione oceanica equivale a misurare i depositi di un conto bancario, considerando solo le entrate e non le uscite!

I ricercatori suggeriscono che una stima, semplice e diretta, dell’accumulo di CO2 di origine biologica può essere fatta misurando il contenuto di ossigeno nell’oceano.

La buona notizia è che le variazioni della circolazione oceanica aiutano a spiegare il paradosso secondo il quale nonostante la diminuzione della produttività’ biologica indotta dai cambiamenti climatici, l’accumulo di CO2 di origine biologica sta aumentando. Putroppo pero‘ questo effetto, che contrasta l’aumento della CO2 atmosferica, è piccolo se confrontato con le emissioni antropogeniche di CO2 dai combustibili fossili.

Frenger, I., Landolfi, A. (CNR-ISMAR), Kvale, K., Somes, C. J., Oschlies, A., Yao, W. and Koeve, W. (2023):  Misconceptions of the marine biological carbon pump in a changing climate: Thinking outside the “export” box. Global Change BiologyDOI: 10.1111/gcb.17124

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Giovedì 15 maggio ore 11:00    –    ON LINE LINK

Prof. Andrea Fildani (Università Federico II, Napoli – DiSTAR)
“The building blocks of submarine fans: insights for high-resolution imagery of modern systems”

Flyer

Il Prof. Andrea Fildani è docente di geologia stratigrafica e sedimentologia, presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e Risorse dell’Università Federico II di Napoli

Attestato di partecipazione:
richiederlo in chat a inizio seminario. L’attestato viene rilasciato a chi rimane in sala per l’intero seminario

“Partecipando a questo incontro, accetti che lo stesso venga registrato e reso disponibile. Dalla registrazione verranno eliminati lista dei partecipanti e chat”
Ricordiamo a tutti di tenere spento il proprio microfono. Accenderlo solo in caso di intervento.

“By accessing this meeting you acknowledge that it will be recorded and made available. Chat and participant list will not be recorded.”
We ask everybody to mute their microphone, unless intervening. Please write your questions in the chat