Cnr-Istituto di Scienze Marine

L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina.

L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

                               L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di

Ricerca Fondamentale e Applicata

in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste

VENEZIA

dd|mm|yyyy

MAREA

m

ONDE

m

VENTO
m/s

Dati presto disponibili

2° meeting del consorzio CrossGov (Coherent & Cross-compliant Ocean Governance for Delivering the EU Green Deal for European Seas) – ISMAR, Venezia- 27-29 giugno 2023

Il team CrossGov, composto da 7 organizzazioni provenienti da 6 paesi europei, si è riunito presso la sede di ISMAR a Venezia, dal 28 al 30 giugno, per promuovere un dialogo sul progresso finora compiuto dal progetto e focalizzare il lavoro su risultati ad alto impatto.

In CrossGov, le organizzazioni coinvolte hanno unito le forze per approfondire la conoscenza su come la coerenza e la cross-compliance delle politiche e della legislazione legate al mare influenzino la capacità di realizzare gli obiettivi del Green Deal dell’UE per la protezione degli ecosistemi marini e della biodiversità, la riduzione dell’inquinamento, e l’adattamento e la mitigazione climatica.

Il consorzio è coordinato dal Norwegian Institute for Water Research e, oltre a IMSAR, è composto dall’Università di Utrecht, dall’Università della Finlandia Orientale, da Acteon SARL, s.Pro GmbH, e dall’ Institute for Advanced Sustainability Studies.

ISMAR è responsabile in particolare dello sviluppo di un quadro di valutazione delle Science-Policy-Society Interfaces (SPSI) per CrossGov e dell’analisi di come le SPSI influenzino la coerenza e la cross-compliance dei paesaggi istituzionali attuali. Questo lavoro porterà a raccomandazioni specifiche per rafforzare le SPSI nei campi marino e marittimo, contribuendo a una maggiore coerenza e cross-compliance, a un miglior processo decisionale e di formulazione delle politiche, e alla transizione necessaria verso il raggiungimento degli obiettivi di protezione degli ecosistemi marini e della biodiversità. ISMAR sta inoltre esaminando queste tematiche attraverso un’analisi delle sfide legate all’integrazione delle politiche nel Mar Adriatico settentrionale, concentrandosi sulla realizzazione della Direttiva Quadro sulle Acque, della Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino, e della Direttiva sulla Pianificazione dello spazio marittimo, delle loro sinergie e conflitti e del loro contributo, in coerenza reciproca, agli obiettivi pertinenti del Green Deal.

Il secondo incontro del consorzio CrossGov è stata l’occasione per presentare e discutere gli obiettivi raggiunti nel corso del primo anno del progetto e per allinearsi sugli approcci e gli strumenti da utilizzare. Gli obiettivi del Green Deal sono stati esaminati in relazione alla coerenza e alla cross-compliance delle politiche legate al mare e al ruolo delle interfacce tra scienza, politica e società, le cui metodologie analitiche sono state ampiamente presentate e discusse da tutti i partecipanti, prima di avviare sessioni di formazione dedicate.

L’utilizzo dei social media per raggiungere pubblico e portatori di interesse è stato presentato e discusso da tutti i partner in un ambiente partecipato, tramite la condivisione di visioni comuni, road map dettagliate, e prioritizzazione dei risultati attesi.

L’incontro è stata anche l’occasione, grazie alla partecipazione di stakeholders chiave (Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e delle Alpi Orientali, Regione Emilia Romagna e Regione Friuli Venezia Giulia), per condividere e discutere esperienze relative allo studio di caso del Nord Adriatico, in relazione ai lavori di gestione delle acque a livello di distretto idrografico, e agli sforzi compiuti per l’attuazione sia della Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino che della Direttiva sulla Pianificazione dello spazio marittimo.

Un nuovo strumento per contrastare l’invasione dei pesci alloctoni nei laghi di alta montagna

I laghi di montagna sono sempre più minacciati dalla presenza di salmonidi “alloctoni”: la loro introduzione in questi delicati ecosistemi, originariamente privi di fauna ittica, è stata avviata all’inizio del ventesimo secolo dagli enti gestori della pesca di molti Paesi industrializzati, con l’obiettivo di promuovere la pesca sportiva.

Oggi, la presenza di pesci di interesse alieutico e delle loro “esche vive” (ad esempio, piccoli pesci, come le sanguinerole) è un problema ecologico diffuso, probabilmente il principale problema ecologico per i laghi di montagna di tutto il mondo. L’introduzione di queste specie, infatti, altera gravemente le popolazioni di anfibi autoctoni e le cenosi acquatiche. Ancora oggi, nonostante i danni causati dalle specie alloctone siano ben documentati, questi pesci continuano a essere introdotti legalmente in tutto il mondo. In più, l’impatto ecologico è aggravato dall’introduzione illegale delle “esche vive”, che possono anche avere effetti negativi sulle popolazioni di trote e causare la perdita del loro valore ricreativo.

In molti casi le autorità e anche alcune comunità di pescatori dotati di sensibilità conservazionistica hanno cominciato ad agire per arginare i danni provocati dalla diffusione dei pesci e ripristinare gli ecosistemi acquatici: misure di contenimentoi specifiche – come i divieti di introduzione e pesca- e le azioni di eradicazione hanno dimostrato di essere efficaci: tali misure possono essere adottate senza causare un conflitto significativo con i pescatori e le loro associazioni.

In alcune aree protette del Nord America e dell’Europa sono state portate a termine anche azioni piú avanzate: qui, diversi laghi di montagna sono stati riportati alla loro condizione originaria priva di pesci tramite azioni di eradicazione meccanica (con reti da pesca, elettropesca, ecc.). Questi metodi meccanici sono più sicuri per le specie non-target e piú socialmente accettabili rispetto ai metodi alternativi, i.e., eradicazione tramite piscicidi chimici. Tuttavia, la loro efficacia può essere limitata da vari fattori ambientali, quali la dimensione dei laghi, la loro complessità ecologica, la presenza di sanguinerole, e richiedono maggiori costi e lavoro. E’ importante, quindi, individuare soluzioni che minimizzino lo sforzo di eradicazione, limitandolo alla sola rimozione dei pesci: disporre di una stima della popolazione residua si rivela di grande aiuto in queste circostanze. Ottenere tali stime è complicato a causa della possibilità che alcuni pesci possano sopravvivere nei laghi senza essere visti: in questo caso, infatti, interrompere gli sforzi di eradicazione troppo presto potrebbe permettere alle popolazione alloctone di ripopolare i laghi a partire dagli individui residui.

E’ qui che si colloca lo studio condotto da Rocco Tiberti dell’Istituto di ricerca sulle acque (Cnr-Irsa) e Simone Tenan dell’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar), in collaborazione con CEAB-CSIC (Blanes, Spagna), Sequoia and Kings Canyon National Parks, University of California, Universitat de Girona (Spagna) e IMEDEA (CSIC-UIB): raccogliendo i dati di eradicazione di pesci da venti laghi di montagna, hanno sviluppato un nuovo approccio analitico per stimare la popolazione residua e la probabilità di eradicazione. Lo studio è stato recentemente pubblicato sul Journal of Applied Ecology, nell’articolo “Alien fish eradication from high mountain lakes by multiple removal methods: estimating residual abundance and eradication probability in open populations”. La principale novità è che il modello statistico sviluppato permette di considerare il fatto che le popolazioni possono essere “aperte”, contrariamente alla maggior parte dei metodi ad oggi sviluppati per stimare la consistenza delle popolazioni residue e la probabilità di eradicazione, basati sull’assunto poco realistico che le popolazioni siano “chiuse”, cioè senza mortalità e natalità durante il processo di eradicazione. Inoltre, secondo lo studio Cnr il processo di eradicazione può richiedere l’uso contemporaneo di più di un unico metodo di cattura (elettropesca, reti da pesca, trappole a nassa). Rispetto ai dati empirici dalle azioni di eradicazione, le stime della popolazione residua e probabilità di eradicazione fornite dal modello sono realistiche, così come le stime delle probabilità di cattura con ciascun metodo di rimozione utilizzato.

Rocco Tiberti, Teresa Buchaca, Daniel Boiano, Roland A. Knapp, Quim Pou Rovira, Giacomo Tavecchia, Marc Ventura, Simone Tenan,
Alien fish eradication from high mountain lakes by multiple removal methods: Estimating residual abundance and eradication probability in open populations,
Journal of Applied Ecology, First published: 02 March 2021; https://doi.org/10.1111/1365-2664.13857

Next seminar

Giovedì 15 maggio ore 11:00    –    ON LINE LINK

Prof. Andrea Fildani (Università Federico II, Napoli – DiSTAR)
“The building blocks of submarine fans: insights for high-resolution imagery of modern systems”

 

Il Prof. Andrea Fildani è docente di geologia stratigrafica e sedimentologia, presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e Risorse dell’Università Federico II di Napoli

 

Attestato di partecipazione:
richiederlo in chat a inizio seminario. L’attestato viene rilasciato a chi rimane in sala per l’intero seminario

“Partecipando a questo incontro, accetti che lo stesso venga registrato e reso disponibile. Dalla registrazione verranno eliminati lista dei partecipanti e chat”
Ricordiamo a tutti di tenere spento il proprio microfono. Accenderlo solo in caso di intervento.

“By accessing this meeting you acknowledge that it will be recorded and made available. Chat and participant list will not be recorded.”
We ask everybody to mute their microphone, unless intervening. Please write your questions in the chat