Cnr-Istituto di Scienze Marine

L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina.

L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

                               L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di

Ricerca Fondamentale e Applicata

in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste

VENEZIA

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Dati presto disponibili

A Venezia la X edizione dello Strategy Innovation Forum

Promosso congiuntamente dall’Università Ca’ Foscari Venezia, dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) e dal Biodiversity Gateway del National Biodiversity Future Center (NBFC).

Il SIF 2025 in programma venerdì 19 settembre all’Auditorium Santa Margherita vuole raccontare la creazione di un ecosistema di business composto da enti di ricerca, startup innovative e imprese consolidate che riconoscono la valenza strategica della biodiversità.

Mario Sprovieri, Direttore ISMAR del CNR e Coordinatore Biodiversity Gateway di Venezia:
«Il Biodiversity Gateway con il suo portale digitale e le sue sedi fisiche presenti in numerose città del Paese, tra cui proprio Venezia, offre strumenti moderni di conoscenza sui temi della biodiversità e luoghi di forte ed efficace interazione con il mondo delle imprese, degli stakeholders e uno spazio aperto alla cittadinanza. L’ecosistema Gateway coordina e supporta attività di start-up studio, di upskilling e networking con il mondo delle imprese che intendono disegnare nuovi percorsi di business proprio sui temi della biodiversità.»

Il tema “La biodiversità come fonte di innovazione strategica” e darà avvio alla sessione della fragilità con gli interventi, tra gli altri, di un gruppo di ricercatori del CNR che, moderati da Federica Foglini, Coordinatrice Biodiversity Gateway Digitale e Primo Tecnologo CNR – ISMAR, racconteranno progetti di applicazione pratica degli studi sulla biodiversità.

Federico Falcieri (CNR_ISMAR), modererà la seconda sessione nella quale si conosceranno startup e scale up del mondo della biodiversità nazionali e internazionali come: Planctolab con Stéphane Ghenassia, Pronoe con Juan Buceta, Plastic Odyssey con Simon Bernard, Abit con Matteo Zinni e 3Bee con Lucrezia Palma,

Le sezioni

Fragilità: “Gli ecosistemi biologici diventano sempre più fragili, da cui la necessità di monitorarne costantemente il livello di biodiversità, facendo leva sui progressi della scienza. La conoscenza generata dagli enti di ricerca è resa disponibile all’esterno grazie alle attività di technology transfer.”

Resilienza: “Attraverso, invece, le attività di venture building si creano startup innovative finalizzate a implementare, generando allo stesso tempo valore economico, tecnologie funzionali a ripristinare il corretto livello di biodiversità degli ecosistemi biologici danneggiati, rendendoli perciò resilienti.

Robustezza: “Affinché un ecosistema biologico diventi robusto, perseguendone perciò la conservazione preventiva, è necessario progettare l’organizzazione delle imprese consolidate in modo da attivare processi di open innovation che facilitino la collaborazione con le startup innovative.”

Antifragilità: “Il platform management consente di orchestrare le interazioni tra i diversi attori e, quindi, di dare vita a un ecosistema di business il cui ruolo è quello di guidare e implementare una strategia di trasformazione degli ecosistemi biologici che li renda capaci di prosperare grazie alle perturbazioni.”

La decima edizione di SIF è promossa congiuntamente dall’Università Ca’ Foscari Venezia e dall’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR – ISMAR) e il Biodiversity Gateway del National Biodiversity Future Center (NBFC) e patrocinata e supportata dalla Regione del Veneto.

Elemento centrale del Forum sarà la presentazione del “Biodiversity Gateway”, il primo punto di accesso in Italia, sia fisico che digitale dedicato alla biodiversità, con due sedi fisiche principali a Venezia e Palermo e quattro nodi territoriali a Roma, Fano, Napoli e Lecce. Un modello innovativo di interazione e connessione tra ricerca scientifica, economia e società.

Monitorare le aree vulcaniche attive tramite aerofotogrammetria da drone

Monitorare siti particolarmente ostili: campi fumarolici, fangaie, crateri vulcanici attivi, è una delle sfide più dure per la ricerca vulcanologica e per la previsione dell’evoluzione di attività vulcanica fino ad una possibile eruzione. Questa sfida ambiziosa è stata risolta efficacemente con un drone equipaggiato per la fotogrammetria ad alta precisione.

‘Dopo aver studiato a partire dal 2013 le falesie costiere dell’area flegrea con tecniche di rilievo da laser scanner terrestre e di fotogrammetria da drone, abbiamo deciso di applicare le stesse tecniche agli adiacenti settori vulcanici attivi. Per oltre un anno, abbiamo monitorato la più grande fumarola dei Campi Flegrei, associata ad una estesa fangaia nella quale è assolutamente vietato l’accesso alle persone per i possibili rischi di emissione di fanghi bollenti e piccole esplosioni freatiche’, afferma Fabio Matano, ricercatore del CNR-ISMAR. Renato Somma, ricercatore dell’INGV ed associato al CNR-IRISS, aggiunge: ‘il monitoraggio dell’area fumarolica di Pisciarelli è fondamentale, sia per la comprensione dei fenomeni bradisismici in atto, che per accertare l’evoluzione dei fenomeni locali di tipo franoso e l’accadimento di esplosioni freatiche. Le attività di monitoraggio non possono essere condotte con rilievi diretti, in quanto il sito è caratterizzato da una temperatura di oltre 90°C ed emissioni fumaroliche spettacolari a temperatura di oltre 110°C’. ‘Il monitoraggio è stato eseguito attraverso rilievi aero-fotogrammetrici, ossia una tecnica di ripresa fotografica mediante l’utilizzo di un drone ottenendo un vero e proprio time-lapse fotogrammetrico. La tecnica utilizzata consente, tramite software appropriati, l’elaborazione delle immagini acquisite, georiferite nello spazio, per ricostruire in maniera tridimensionale i dettagli della superficie topografica dell’intera area’, continua Alessandro Fedele dell’INGV, ‘con questa tecnica siamo riusciti a ricostruire, mese per mese, tutte le variazioni intervenute nell’area di Pisciarelli nel tempo: dai detriti depositati, testimonianza di piccoli fenomeni franosi locali, alle tracce di fango dovute a piccole esplosioni freatiche’. Insomma, il drone ha ricostruito tutta la ‘storia’ vulcanica ed idrotermale del sito durante l’ultimo anno, con una precisione di pochi centimetri.

La fotogrammetria da drone si è dimostrata, in un limitato ambiente vulcanico tra i più ostili che si possano immaginare, un mezzo di indagine potentissimo per descrivere in maniera dettagliata, da remoto e senza alcun rischio, qualunque minima evoluzione di una zona estremamente attiva.

Il lavoro, dal titolo ‘Time-lapse landform monitoring in the Pisciarelli (Campi Flegrei-Italy) fumarole field using UAV photogrammetry’, è firmato da Alessandro Fedele, Renato Somma, Claudia Troise e Giuseppe De Natale dell’INGV, da Karen Holmberg della New York University (USA) e da Fabio Matano del CNR-ISMAR.

‘Questo lavoro dimostra le grandi potenzialità della fotogrammetria con drone per il monitoraggio di siti particolarmente ostili; nell’immediato futuro, contiamo di equipaggiare il drone con sensori di gas vulcanici e con una telecamera termica ad infrarossi, in modo tale che il drone possa effettuare un monitoraggio multiparametrico geochimico e geofisico integrato delle aree vulcaniche inaccessibili, anche in presenza di fenomeni eruttivi in atto’, conclude De Natale.

La scheda

Chi: Istituto di Scienze Marine del CNR (CNR-ISMAR); Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo del CNR (CNR-IRISS); Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV); New York University (New York, USA).

Che cosa: un nuovo metodo per il monitoraggio aerofotogrammetrico con drone di aree vulcaniche attive e siti particolarmente ostili (https://www.mdpi.com/2072-4292/13/1/118).

Per informazioni:
Fabio Matano
CNR-ISMAR
fabio.matano@cnr.it

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Giovedì 19 giugno  ore 14:30    –    ON LINE LINK
Dr. Fabrice Arhuin (CNRS, IRD, Ifremer, Laboratoire d’Océanographie Physique et Spatiale)
Sizing the largest ocean waves using the SWOT mission”  
Flyer

Attestato di partecipazione:
richiederlo in chat a inizio seminario. L’attestato viene rilasciato a chi rimane in sala per l’intero seminario

“Partecipando a questo incontro, accetti che lo stesso venga registrato e reso disponibile. Dalla registrazione verranno eliminati lista dei partecipanti e chat”
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