Cnr-Istituto di Scienze Marine

L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina.

L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

                               L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di

Ricerca Fondamentale e Applicata

in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste

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Digital ocean Hybrid workshop, Napoli, 28 novembre

Digital Ocean è il titolo del workshop internazionale che si terrà il 28 novembre 2023 dalle 10 alle 13 presso la BRAU – Biblioteca di Area Umanistica in Piazza Bellini. L’evento sarà in modalità ibrida, in connessione con le attività del CN futuro Biodiversità Marina, di cui è referente di Ateneo Simonetta Fraschetti, e con il patrocinio della Copernicus Academy, in collaborazione con il Delegato Copernicus, Fabio Terribile.

Dopo i saluti del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, Andrea Mazzucchi, aprirà i lavori Mercè Crosas, Presidente del CODATA, il Committee on Data dell’International Science Council e responsabile delle scienze sociali computazionali presso il Centro di supercalcolo di Barcellona. Interverranno Martin Visbeck, Dhirti Sengupta, Federica Foglini (CNR-ISMAR), e Antonello Bruschi; modera la federiciana Maria Paradiso.

Il Workshop Digital Ocean promuove il dialogo interdisciplinare sul tema di frontiera volto alla creazione di ambienti digital twin, attraverso l’integrazione di osservazioni georeferenziate e di metodologie tra scienze naturali, umane, geocartografiche, e aperti alla transdisciplinarietà degli ambienti users. Digital Ocean vedrà la partecipazione di studiosi di grande rilievo internazionale L’argomento al di là della complessità scientifica e tecnologica rivestirà un ruolo e impatti geopolitici e geostrategici provenienti dall’esplorazione e sfruttamento del mondo subacqueo.

In locandina si trova il QR code che consente l’accesso libero al meeting sulla piattaforma TEAMS.

Il comitato scientifico, coordinato dalla profesoressa Maria Paradiso, è composta da Clara Di Fazio, Stefania Palmentieri e Fabio Terribile.

Locandina >

Santi martirizzati ai tempi dei romani e paperelle di gomma…cosa possono avere in comune?

Santi martirizzati ai tempi dei romani e paperelle di gomma…cosa possono avere in comune? Sembrerebbe niente, ma non è del tutto vero.  Infatti entrambi, per un destino certamente sventurato, possono diventare, loro malgrado, “proxy” (o indicatori indiretti) delle correnti marine, ovvero, possono dare indicazioni importanti sull’andamento delle correnti marine in particolari luoghi e periodi. Negli ultimi decenni, anziché affidarsi a casuali e spesso sfortunati, proxy di questo tipo, sistemi sempre più precisi ed attendibili vengono progettati appositamente e utilizzati per studiare gli spostamenti delle masse d’acqua, sia superficiali sia profonde. Sistemi attivi (con sensori che misurano le caratteristiche fisiche e chimiche dell’acqua) e passivi (che si lasciano trasportare dalle correnti e trasmettono la propria posizione) permettono agli oceanografi di studiare l’andamento delle correnti marine. Fino al 1960 circa, però, questa strumentazione sofisticata per la misura delle proprietà fisico-­chimiche della colonna d’acqua e delle correnti non era disponibile su scala globale.

In sua assenza, i proxy più o meno “casuali”, hanno permesso di ricavare molte informazioni importanti. Un caso eclatante è stato proprio lo sversamento (gennaio 1992) di un enorme quantitativo di paperelle gialle di gomma nell’Oceano Pacifico (44.7°N, 178.1°E), in seguito al ribaltamento di portacontainer provenienti da Hong Kong e diretti verso la costa occidentale degli USA. Questo epocale incidente è stato descritto da scrittori, giornalisti e scienziati e, pur avendo provocato un disastro ambientale con l’immissione di tonnellate di plastica in mare, ­ ha consentito agli oceanografi di studiare, per anni, l’andamento delle correnti superficiali in diverse zone oceaniche per le quali, all’epoca, non si avevano molte informazioni, mancando i sistemi di misura dedicati.

Recentemente, un gruppo di ricercatori appartenenti al CNR-ISMAR, CNR-IFC ed INGV)  ha realizzato dei “proxy” molto particolari per lo studio del trasporto di rifiuti in mare, utilizzando i rifiuti stessi come traccianti (Marine Litter Trackers), ed applicando su di essi un sistema di posizionamento low-cost. Il tutto facilmente assemblabile, nell’ottica citizen science. Il fatto di utilizzare dei rifiuti veri permette di capire come e quanto influiscano il vento e la corrente nel destino di questo materiale e, con l’aiuto di modelli numerici, di poter prevedere dove essi possano spiaggiarsi maggiormente.

Curiosa coincidenza: molti di tali rifiuti tracciati sono “naufragati” nella zona di SaintTropez che, non a caso, deve il suo nome all’arrivo, in tale località circa 2000 anni fa, delle spoglie di un martire della persecuzione romana: Santo Torpete, o Torpè. Curiosità che, assieme ad altre testimonianze, attesta l’importanza e l’influenza che aveva, e ancora oggi ha la Liguro–Provençal–Catalan current (LPC), la corrente predominante  nella zona presa in esame dal presente studio.

Per maggiori informazioni:

  • Merlino S, Locritani M, Guarnieri A, Delrosso D, Bianucci M, Paterni M., 2023. Marine Litter Tracking System: A Case Study with Open-Source Technology and a Citizen Science-Based Approach. Sensors. 2023; 23(2):935. https://doi.org/10.3390/s23020935.
  • Locritani M., Merlino S., Guarnieri A., Delrosso D., Bianucci M., Paterni M., (2023). Paperelle di gomma, bottiglie dei naufraghi e marine litter: strani ma utili proxy per lo studio delle correnti marine. Misc. INGV, 73: 128, https://doi.org/10.13127/misc/73

https://www.youtube.com/watch?v=GAHISMl4Wyk&t=61s
https://www.youtube.com/watch?v=nyfrmrajRyk&t=10s
Foto: team SeaCleaner https://sites.google.com/view/seacleaner/home-page

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Giovedì 15 maggio ore 11:00    –    ON LINE LINK

Prof. Andrea Fildani (Università Federico II, Napoli – DiSTAR)
“The building blocks of submarine fans: insights for high-resolution imagery of modern systems”

Flyer

Il Prof. Andrea Fildani è docente di geologia stratigrafica e sedimentologia, presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e Risorse dell’Università Federico II di Napoli

Attestato di partecipazione:
richiederlo in chat a inizio seminario. L’attestato viene rilasciato a chi rimane in sala per l’intero seminario

“Partecipando a questo incontro, accetti che lo stesso venga registrato e reso disponibile. Dalla registrazione verranno eliminati lista dei partecipanti e chat”
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