Cnr-Istituto di Scienze Marine

L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina.

L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

                               L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di

Ricerca Fondamentale e Applicata

in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste

VENEZIA

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Dati presto disponibili

Water Masses Variability in Inner Kongsfjorden (Svalbard) during 2010-2020

Since the mid-1980s, Arctic air temperature has been warming with a pace almost twice as fast as the global mean. Also the Arctic ocean has accumulated heat and it is experiencing an “Atlantification” process, i.e. the advance of the typical Atlantic regime toward higher latitudes. Understanding the future evolution of the Arctic thus requires knowledge about the interactions between Atlantic and Arctic water masses at high-latitudes. Kongsfjorden is an Arctic research hotspot located in the north-western part of the Svalbard archipelago. Its hydrography is influenced by the warm and saline Atlantic Waters in the West Spitsbergen Current and the cold and fresh Polar Waters circulating on the shelf. Summer CTD surveys and observations from the Mooring Dirigibile Italia obtained by CNR in the 2010-2020 decade are used to assess the Atlantification of Kongsfjorden. In particular, water masses variability, long-term temperature and salinity evolutions and the link with large-scale dynamics are inspected to unravel the modifications currently characterising this remote environment.

Collegamento WEBEX:
cnronline.webex.com

“Partecipando a questo incontro, accetti che lo stesso venga registrato e reso disponibile sul cloud di ISMAR. Dalla registrazione verranno eliminati lista dei partecipanti e chat”
Ricordiamo a tutti di tenere spento il proprio microfono. Accenderlo solo in caso di intervento.
In allegato la locandina del Seminario
Il gruppo seminari CNR-ISMAR, Alessandra Conversi (Lerici), Filomena Loreto (Bologna), Gianluigi Liberti (Roma) e Camilla Palmiotto (Bologna).

Download:

Definizione di una metodologia per la valutazione della geodiversità a scala nazionale

I ricercatori dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio nazionale delle ricerche hanno definito una metodologia per mappare la geodiversità a scala nazionale e scelto come area di studio la Penisola Italiana.

La geodiversità è definita come l’insieme dei caratteri geologici, geomorfologici, pedologici e idrologici che caratterizzano un territorio. Essa costituisce un aspetto rilevante dell’ambiente fisico terrestre e marino ed è in stretta relazione con la biodiversità, sostiene la geo-conservazione, fornisce servizi geo-sistemici, favorisce lo stato di buona salute dell’uomo, in breve supporta lo sviluppo sostenibile.

In tale contesto, è stato ritenuto utile definire la geodiversità dell’intero territorio italiano, caratterizzato da una complessa evoluzione geologica, da una variabilità climatica connessa alla sua forma allungata nel Mar Mediterraneo, da un paesaggio profondamente plasmato dalle attività umane che si sono succedute nei secoli.

Fig 1: Carta di Geodiversità dell’Italia – I colori dal rosso (geodiversità molto alta) al blu (geodiversità molto bassa) mostrano la distribuzione geografica delle cinque classi utilizzate per illustrare la geodiversità del territorio Italiano.

La geodiversità è stata valutata con una procedura basata sulla grid analysis e implementata in ambiente GIS (Geographic Information System). I dati geologici, morfologici, pedologici e idrologici, sono stati analizzati con diverse procedure funzionali alle loro caratteristiche strutturali. Nel caso di dati continui e non quantitativi, la varietà dei dati di input è stata definita in due passi: ì) l’algoritmo di variety è stato applicato utilizzando celle di dimensioni variabili, dipendenti dalla risoluzione spaziale dei dati di input; ìì) i valori di varietà risultanti sono stati mediati con una dimensione di cella fissa (CF) funzionale all’estensione dell’area di studio e alla scala di output della mappa di geodiversità. Questa procedura ha permesso di preservare la risoluzione spaziale dei dati (Modello Digitale del Terreno, carta litologica e del suolo). Nel caso di dati discreti e quantitativi (fiumi, laghi, ghiacciai, linea di costa, ecc.), è stata implementata una procedura che assegna a ogni cella di dimensione fissa (CF) i valori massimi di area o lunghezza tra tutti gli elementi che ricadono al suo interno. Ciò ha permesso di preservare gli elementi idrologici che modellano il paesaggio (ad esempio, i fiumi più lunghi, i laghi più grandi, ecc.) e che rappresentano un’importante risorsa di acqua dolce.

La Carta della Geodiversità dell’Italia (Fig. 1) mostra classi di geodiversità alte e molto alte nel settore orientale della catena Alpina e lungo la catena Appenninica e delle classi molto basse per la Pianura Padana e il Tavoliere delle Puglie. Le aree costiere risultano essere caratterizzate da classi di geodiversità medio-bassa con diverse eccezioni che caratterizzano i tratti costieri delle isole e del versante tirrenico.

La disponibilità di una carta della geodiversità a scala nazionale può fornire gli strumenti per identificare un elenco prioritario di aree da preservare e gestire correttamente al fine di garantire alle generazioni future i servizi geosistemici di cui godiamo oggi. Inoltre, consente di avere una panoramica degli elementi abiotici della natura e può servire da base per l’identificazione di aree di eccezionale valore naturale per la creazione di geoparchi.
I futuri sviluppi della ricerca saranno orientati a definire con un rado di maggior dettaglio la geodiversità della fascia marina e costiera, ed in particolare, degli ambienti di transizione, maggiormente sottoposti all’impatto antropico ed ai cambiamenti climatici.

 

Per ulteriori informazioni:
– Ines Alberico, CNR-ISMAR, ines.alberico@cnr.it
– Fabio Matano, CNR-ISMAR, fabio.matano@cnr.it
– Annarita Casaburi, CNR-ISMAR, annar.casaburi@cnr.it

Next seminar

Giovedì 19 giugno  ore 14:30    –    ON LINE LINK
Dr. Fabrice Arhuin (CNRS, IRD, Ifremer, Laboratoire d’Océanographie Physique et Spatiale)
Sizing the largest ocean waves using the SWOT mission”  
Flyer

Attestato di partecipazione:
richiederlo in chat a inizio seminario. L’attestato viene rilasciato a chi rimane in sala per l’intero seminario

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