Cnr-Istituto di Scienze Marine

L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge attività di ricerca fondamentale e applicata in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina.

L’obiettivo è contribuire allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica, allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste.

                               L’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISMAR) svolge attività di

Ricerca Fondamentale e Applicata

in oceanografia fisica, chimica e biologica e in geologia marina con l’obiettivo di contribuire sia allo studio dei processi oceanici e della variabilità climatica che allo sviluppo di sistemi/servizi per l’osservazione, la protezione e la gestione sostenibile dell’ambiente marino e delle coste

VENEZIA

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Dati presto disponibili

Discipline STEM

L’evento viene presentato in tre forme e date:

  • Settimana del Buon Vivere 2021
    13 settembre – ore 15 – Chiesa San Giacomo – Forlì
    Incontro in presenza diretta e trasmesso in streaming attraverso i social e il sito del Festival.
  • La Notte Europea dei Ricercatori
    24 settembre – ore 18 Webinar
    Society Rinascimento: http://nottedeiricercatori-society.eu
    il Video andra’ in onda il 15 ottobre su Lepida TV Emilia Romagna ore 18 visibile su digitale terrestre canale 118 e 5118 di SKY e anche su Web su www lepida Tv o You TubeCom/ Lepida Tv
  • Festival della Cultura Tecnica
    10 novembre – ore 17 Webinar
    Seminari on line offerti da Lepida TV

La tematica dell’EDUCAZIONE DI QUALITA’ INCLUSIVA e EQUA (punto 4 dell’agenda 2030), si connette al tema della Notte dei Ricercatori Next Society 2021 e con la questione di genere.
L’educazione tecnico-scientifica, le discipline STEM, vanno portate nel mondo dell’Università e delle Scuole con metodi didattici innovativi per rendere le scienze e la tecnologia più attraenti a tutte e tutti e soprattutto invogliare le ragazze ad intraprendere percorsi in ambito scientifico, che siano essi nel mondo della ricerca o nella didattica o ancora della disseminazione.
Mariangela Ravaioli (ISMAR CNR, Donne e Scienza) e Mila D’Angelantonio (ISOF CNR, Donne e Scienza) dialogano con alcune scienziate esperte nella didattica della scienza, nella sua innovazione e con esperte del linguaggio della comunicazione. Indagheranno sulle esperienze e sull’influenza che il pensiero femminile può avere in questo settore e nella scienza in generale.

Con:

  • Mariangela Ravaioli – CNR – Istituto di Scienze Marine di Bologna – Associazione Donne e Scienza
  • Margherita Venturi – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna – Dipart. di Chimica “Giacomo Ciamician”

Modera:

  • Roberto Camporesi – Presidente dell’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine APS

Evento organizzato dalla Associazione Nuova Civiltà delle Macchine insieme alla Associazione Donne e Scienza con la cooperazione di Mila D’Angelantonio CNR-ISOF. Lo stesso argomento sarà oggetto di un webinar, realizzato in collaborazione con LepidaTv, che verrà trasmesso online il 24 settembre durante la Notte dei ricercatori, NextSociety 2021 e riproposto durante il Festival
della Cultura Tecnica 2021 della Città Metropolitana di Bologna. L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna ha concesso il suo patrocinio alla Settimana del Buon Vivere Forlì 2021.

Progettazione e percorso a cura di Mariangela Ravaioli (ISMAR-CNR, Donne e Scienza) e Mila D’Angelantonio (ISOF-CNR, Donne e Scienza) – realizzazione a cura di LepidaTV e Carmela Palazzolo con la partecipazione di:

  • Patrizia Colella – Dirigente Scolastica ITES A. Olivetti di Lecce, Donne e Scienza
  • Paola Govoni – Università di Bologna, Dipartimento Filosofia e Comuniazione, Donne e Scienza
  • Olivia Levrini – Università di Bologna, Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”
  • Cristina Mangia – Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR Lecce, Donne e Scienza
  • Carmela Palazzolo – Responsabile Marketing & Comunicazione – LepidaScpA, Responsabile di LepidaTV
  • Margherita Venturi – Università di Bologna – Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician”

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La resilienza degli ecosistemi dell’Adriatico e l’impatto dell’attività umana sulle aree costiere

Uno studio sui molluschi fossili mostra che la fauna marina ha saputo adattarsi alle trasformazioni del clima avvenute negli ultimi 130.000 anni, ma l’impatto dell’attività umana sulle aree costiere rischia di superare i limiti di adattabilità degli ecosistemi. Gli ecosistemi marini dell’Adriatico si sono dimostrati resilienti alle variazioni climatiche avvenute negli ultimi 130.000 anni e potrebbero quindi riuscire ad adattarsi ad un aumento limitato delle temperature, se verrà ridotto e controllato l’impatto diretto dell’attività umana sulle aree costiere.

A mostrarlo sono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology e guidato da Daniele Scarponi, professore al Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Bologna, al quale hanno partecipato anche Michele Azzarone (dello stesso Dipartimento) assieme a Rafal Nawrot dell’Università di Vienna; Claudio Pellegrini e Fabiano Gamberi dell’Istituto di Scienze Marine (CNR); Fabio Trincardi del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente (CNR); e Michal Kowalewski dell’Università della Florida.

I dati emersi dalle associazioni fossili analizzate documentano la variabilità delle comunità in relazione ai mutamenti climatici del passato, e sottolineano la capacità di adattamento che la fauna marina dell’Adriatico ha mostrato rispetto ai cambiamenti ambientali di lungo periodo avvenuti negli ultimi 130.000 anni. Al tempo stesso, questi risultati sono un riferimento per valutare l’impatto dell’attività umana sulle regioni costiere che, tra inquinamento, pesca intensiva e introduzione di specie invasive, rischia di portare queste aree al di fuori dei limiti di adattabilità degli ecosistemi marini.

L’aumento delle temperature dei mari e le sempre più frequenti anomalie termiche generate dal cambiamento climatico stanno infatti portando molti studiosi a interrogarsi sulle possibili capacità di adattamento degli ecosistemi colpiti. Le analisi basate su monitoraggi diretti sono, però, limitate dalla possibilità di osservare periodi molto brevi (alcuni anni o al massimo decenni). In alternativa, è possibile realizzare simulazioni basate su modelli teorici che però – vista la complessità degli ecosistemi – comportano inevitabilmente ampi margini di incertezza.

Per superare queste difficoltà, i ricercatori hanno quindi deciso di basarsi sull’analisi di resti fossili della fauna marina dell’Adriatico e ricostruirne così le dinamiche in relazione ai cambiamenti climatici del passato. Sono stati prelevati 223 campioni in diversi depositi costieri e ne è stato esaminato il loro contenuto fossilifero, costituito principalmente da bivalvi, gasteropodi e scapofodi (circa 71.300 esemplari) che popolavano zone di bassa profondità influenzate dalla presenza di sistemi fluviali.

I fossili risalgono a tre diversi periodi temporali. Il nucleo più antico appartiene al “precedente interglaciale”, circa 120.000 anni fa, quando le condizioni climatiche del Mediterraneo erano più calde delle attuali e potrebbero quindi rappresentare possibili scenari futuri legati al cambiamento climatico. Il secondo gruppo risale invece all’ultimo periodo glaciale, intorno a 20.000 anni fa, quando le temperature medie erano circa 6°C più basse di quelle attuali. Infine, la terza serie di campioni fossili risale a circa 5.000 anni fa: un periodo con temperature simili a quelle attuali, ma precedente ad un impatto significativo dell’azione dell’uomo sugli ambienti costieri studiati.Dal confronto tra questi tre gruppi di associazioni fossili è emerso come la fauna della fascia costiera adriatica sia resiliente: nel corso del tempo ha saputo ristrutturare la propria composizione in modo da adattarsi in caso di perturbazione climatica e ricomporsi nuovamente quando le condizioni ambientali sono tornate simili a quelle precedenti.

Attraverso lo studio di resti fossili preservati nei sedimenti depositati nei tre intervalli climatici, lo studio dimostra che le associazioni a molluschi del precedente interglaciale sono statisticamente indistinguibili da quelle che hanno popolato gli ambienti marini dell’Adriatico di qualche migliaio di anni fa, mentre quelle dell’ultimo periodo glaciale sono molto diverse rispetto agli altri due intervalli temporali. Questo significa che le associazioni cambiano nella loro struttura a seguito della perturbazione climatica, ma si ricompongono quando le condizioni ritornano simili a quelle pre-perturbazione.

Dai dati raccolti, gli studiosi suggeriscono che la resilienza mostrata in passato potrebbe permettere alla fauna marina dell’Adriatico di adattarsi ad un aumento ridotto delle temperature medie. A patto però che insieme alle azioni per contenere l’innalzamento delle temperature ci siano anche accorgimenti per limitare l’impatto delle attività umane sulle aree costiere.

Le modifiche strutturali dell’ambiente costiero ad opera dell’uomo, le attività di pesca intensiva e di acquacoltura, così come l’inquinamento delle acque stanno modificando la composizione degli ecosistemi nell’Adriatico. L’impatto di queste azioni sulla varietà e sull’abbondanza delle specie marine è già oggi molto più forte di quello generato dalle naturali variazioni climatiche avvenute negli ultimi 130.000 anni.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Global Change Biology con il titolo “Resilient biotic response to long-tem climate change in the Adriatic Sea”.

Link: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/gcb.16168

Per informazioni:
claudio.pellegrini@bo.ismar.cnr.it

Next seminar

Giovedì 15 maggio ore 11:00    –    ON LINE LINK

Prof. Andrea Fildani (Università Federico II, Napoli – DiSTAR)
“The building blocks of submarine fans: insights for high-resolution imagery of modern systems”

Flyer

Il Prof. Andrea Fildani è docente di geologia stratigrafica e sedimentologia, presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e Risorse dell’Università Federico II di Napoli

Attestato di partecipazione:
richiederlo in chat a inizio seminario. L’attestato viene rilasciato a chi rimane in sala per l’intero seminario

“Partecipando a questo incontro, accetti che lo stesso venga registrato e reso disponibile. Dalla registrazione verranno eliminati lista dei partecipanti e chat”
Ricordiamo a tutti di tenere spento il proprio microfono. Accenderlo solo in caso di intervento.

“By accessing this meeting you acknowledge that it will be recorded and made available. Chat and participant list will not be recorded.”
We ask everybody to mute their microphone, unless intervening. Please write your questions in the chat