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MARTE+ Liguria

Ente Committente: Regione Liguria

Programmazione: Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia “Marittimo” 2007-2013

Responsabile Scientifico: Dr. Antonello Sala

Partecipanti: Massimo Virgili, Francesco De Carlo, Alessandro Lucchetti, Antonello Sala

Durata: Settembre 2011 – Aprile 2013 (20 mesi)

Budget Totale: € 130’000

Sommario

La Regione Liguria è partner del progetto MARTE+ (MAre, Ruralità e TErra: potenziare l’unitarietà strategica) nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia Francia Marittimo (approvato con decisione della Commissione Europea C (2007) 5489 del 16 novembre 2007). Il Progetto MARTE+ è composto da diversi sottoprogetti tra i quali il Sottoprogetto SD “Innovazione nei sistemi produttivi e tecniche per la pesca e l’acquacoltura”, del quale la Regione Liguria è responsabile. Esso è articolato nelle seguenti componenti operative: Componente 3 “Innovazione nei processi produttivi della pesca”;Componente 4 “Innovazione nei sistemi produttivi e tecniche per l’acquacoltura”.

La componente 3, in particolare, prevedeva la realizzazione delle seguenti attività:

  1. analizzare i sistemi di pesca in uso nell’areale transfrontaliero (Corsica, Liguria, Toscana e Sardegna) per valutarne aspetti positivi e criticità;
  2. avviare specifiche azioni volte allo sviluppo di sistemi/attrezzi da pesca innovativi sostenibili, che tenessero conto delle prescrizioni normative in materia e delle esigenze delle regioni coinvolte in termini di pesche tradizionali svolte dalle marinerie, caratteristiche socio-culturali ed ambientali.

In Liguria la pesca professionale rappresenta un settore molto importante per il ruolo che gioca all’interno del tessuto socio-economico della regione, ma anche e soprattutto per l’importanza che essa riveste dal punto di vista storico-culturale nella tradizione ligure. La pesca professionale in Liguria è in prevalenza rappresentata dalla piccola pesca costiera attuata essenzialmente con attrezzi tradizionali. Nella regione il compartimento marittimo più attivo è quello savonese dove l’importanza della pesca professionale è confermata dal numero degli operatori coinvolti (settore pesca e indotto), dalle catture realizzate e dal contributo al prodotto interno lordo. La pesca con la a sciabica (da natante e da spiaggia), in particolare nella provincia di Savona, ha rappresentato per decenni l’attività di pesca principale per la flotta ligure dedita alla piccola pesca costiera (i.e. imbarcazioni di piccole dimensioni inferiori a 10 TSL). La nuova Regolamentazione Comunitaria (EC Reg. 1967/2006), in vigore di fatto da Giugno 2010, ha identificato la sciabica come attrezzo trainato (Articolo 2), comportando per questo attrezzo le stesse restrizioni applicate alle reti a strascico:

  • utilizzo vietato entro una distanza di 3 miglia nautiche dalla costa o all’interno dell’isobata di 50 m, quando tale profondità è raggiunta a una distanza inferiore dalla costa (Articolo 13);
  • rete a maglia quadrata da 40 mm nel sacco o, su richiesta debitamente motivata da parte del proprietario del peschereccio, rete a maglia romboidale da 50 mm (Articolo 9). Tali restrizioni hanno di fatto reso inefficiente la pesca con le sciabiche da natante, in quanto tali attrezzi vengono da decenni utilizzati a breve distanza dalla costa, a basse profondità e con maglie di solito molto piccole.

Date le difficoltà che si incontrano nel percorrere le strategie che portano a piani di gestione locali, unica via percorribile per l’utilizzo di attrezzi in deroga alla Regolamentazione Comunitaria, è stato deciso di sperimentare attrezzi da pesca alternativi in regola con la normativa in vigore, che potessero sostituire su scala commerciale la sciabica da natante. In particolare gli attrezzi su cui si è pensato di focalizzare l’attività di sviluppo sono stati la rete a circuizione senza chiusura meccanica e una tipologia di nassa fino ad ora mai utilizzata in Italia. In primo luogo si è pensato di sviluppare una rete a circuizione senza chiusura poiché le modalità di utilizzo di questo attrezzo sono molto simili a quelle messe in atto per l’utilizzo della sciabica da natante. Tuttavia alcune caratteristiche tecniche ed operative consentono di distinguere abbastanza agevolmente i due attrezzi (i.e. schema generale della rete, “armamento” della rete, lunghezza della lima da sugheri rispetto alla lima da piombi, operatività in fase di pesca, presenza di cavi di manovra). In aggiunta, come accennato, è stata messa a punto un particolare tipo di nassa da pesce che ha avuto notevole successo nel resto d’Europa. Queste nasse sono di grandi dimensioni, ma essendo collassabili e quindi richiudibili su sé stesse, non occupano molto spazio a bordo, e sono quindi facilmente utilizzabili da piccole imbarcazioni come quelle della piccola pesca attive nelle marinerie liguri.

Alla luce dei risultati ottenuti durante le attività di sperimentazione, la sciabica mostra una performance di pesca non comparabile su scala commerciale con quella ottenuta con gli attrezzi alternativi. La sciabica, infatti, essendo trainata e a maglia piccola, riesce ad esplorare più vaste aree e risulta di fatto non selettiva, catturando tutti gli organismi che incontra nel suo cammino. Gli attrezzi sperimentali appaiono tuttavia operativi e potenzialmente in grado di sostituire la sciabica da natante, sebbene le loro performance di cattura non siano per il momento paragonabili agli attrezzi tradizionali. Ciò può essere spiegato dal fatto che la fase di sperimentazione in mare non ha visto una fattiva partecipazione di tutti i pescatori locali fin dall’inizio del progetto. Non c’è stata quindi un’acquisizione di una buona praticità ed esperienza nell’utilizzo degli attrezzi sperimentali tali da accrescere durante il corso del progetto le performance di cattura.